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MORPHEME S.r.l.

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RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE FUNZIONALE PARCO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI CAMARINA

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PROGETTO

Demolizione Progetto delle opere di Riqualificazione e Valorizzazione Funzionale del Parco Archeologico Regionale di Camarina (RG)

 

COMMITTENTE

REGIONE SICILIANA

Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana (SR)

 

TEAM

Ph.D. arch. Ilario TASSONE (Capogruppo)

arch. Simona LABATE 

arch. Leonardo STRATI

arch. Ignazio FERRO 

Ing. Alessia TOSCANO 

Ing. Rocco SURACE 

 

SERVIZI SVOLTI

Progetto definitivo
 

PERIODO

Aprile  - Maggio 2015
 

DIMENSIONE

190 ettari

 

IMPORTO

€ 3.411.953,57

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Concept

Il bene archeologico, come altri beni culturali, rappresenta la memoria materiale di un passato che sta ancora tra noi contemporanei e la memoria, quando viene evocata, acquista voce e diventa racconto. Il limite invalicabile di un racconto è che esso non deve mai diventare cronaca, mai materia. Il massimo fascino del racconto sta nel suo valore evocativo, nel dire e non dire mentre la storia si dipana chiara e comprensibile a tutti. Il racconto, nel nostro caso, avviene attraverso la proposizione di elementi scenografici, come in un teatro, che fanno da sfondo a quanto racconta la guida, il QR Code e i pannelli esplicativi aiutano a comprendere ciò di cui si racconta ma non sono il racconto. C’è la partitura, il ritmo e la misura, quanto basta perché il visitatore possa comprendere la dimensione planimetrica, le altezze, il volume, lo spazio del dentro e del fuori. E’ il limite ricercato di una dimensione architettonica non ricostruita ma solamente evocata da trasparenze che raccontano con parole e segni in controluce sullo sfondo di ciò che non si legge in primo piano ma che è materia e sostanza stratificata, la culla del racconto stesso, la ragione e la sostanza del suo essere: il paesaggio che lo contiene e lo legittima. Le trasparenze restituiscono insieme il racconto e il suo contesto. Per realizzare tutto ciò si propone dirafforzare l’intento evocativo del progetto base con la sostituzione completa del sistema di allestimento delle due stoà previsto, a favore di una nuova configurazione capace di rievocare la volumetria in modo più suggestivo e sorprendente. Si propone infatti la ridefinizione della sagoma della stoà con grandi elementi verticali completamente trasparenti, sorretti da telai in acciaio vincolati a terra da micropali.

Le superfici vetrate oltre a garantire una elevata trasparenza e quindi ridottissima invasività, saranno serigrafati con scritte e disegni che raccontano la storia di Camarina, diventando al contempo apparati didattici che è possibile apprezzare percorrendo i due percorsi interni alle stoà. Particolarmente suggestiva sarà la visione delle stoà nelle ore notturne in cui una serie di proiettori incassati a terra illuminerà gli elementi trasparenti. In uno spazio all’aperto completamente buio emergeranno quindi lame di luce il cui carattere effimero ricompone la geometria originaria delle stoà e la ripropone come scenario surreale.

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L'allestimento

Il sistema proposto prevede l’esposizione delle anfore ad incastro all’interno di un piano di metacrilato opportunamente forato e protetto lungo il perimetro della circonferenza risultante, da un nastro di neoprene cellulare di media densità. In tal modo le anfore saranno visibili nella loro interezza ed essendo “annegate” nel piano in metacrilato per più di un terzo della loro altezza, saranno sufficientemente stabili. La sala delle anfore sarà dotata di particolari pannelli espositivi deputati a spiegare ai visitatori le caratteristiche dei nove tipi di anfore presenti. Per una immediata percezione del riferimento tipologico il pannello stesso comprenderà, in positivo o in negativo, metà della sagoma dell’anfora stessa che così risulterà di immediato riferimento. Gli elementi illuminanti saranno articolati su binari che sosterranno degli spot totalmente orientabili dotati di lampade a led ad alta efficienza. L’illuminazione delle teche espositive sarà realizzata dall’interno delle stesse con faretti a led. Mentre per i pannelli espositivi è prevista un’illuminazione redente realizzata al di sopra degli stessi all’interno dell’apposita scalfatura. L’intero impianto sarà teso al massimo contenimento dei consumi energetici, alla massima efficienza luminosa in funzione delle specifiche richieste ed alla maggiore durata possibile degli elementi illuminanti.

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